martedì 27 aprile 2010

momenti

leggere un libro non è un'esperienza riproducibile.

è un viaggio, una magia, in cui ogni fattore ha un ruolo fondamentale.
ogni volta che apri un libro, sei diverso - e diverso sarà il libro.
il libro lo costruisci tu, lo determini, lo animi, lo vivi.
nel mondo che crei, ti oggettivi.
ti alieni, se vuoi metterla così.

alcuni libri vanno riletti,
tante tante volte.
altri no:
la magia dura un attimo, e non puoi replicarla.

venerdì 23 aprile 2010

"ma non mi dire!" (agorafobia e contemplazione estetica)

"immergendoci nello stato di contemplazione pura, noi ci liberiamo per un istante da ogni volontà, da ogni desiderio e da ogni preoccupazione; ci spogliamo, in un certo qual modo, di noi stessi; non siamo più l'individuo che pone l'intelligenza al servizio del volere, il soggetto correlativo alla cosa particolare, per il quale tutti gli oggetti diventano motivo di volizione; ma, purificati da ogni volontà, siamo il soggetto eterno della conoscenza, il correlato dell'idea. [...] liberati dalla tirannia furiosa della volontà, ci solleviamo in certo modo al di sopra della grave atmosfera terrestre."

panico. c'è troppa gente.
troppa, troppa - il tempo non scorre in maniera lineare, qui.
e non riesco a studiare, se mi schiacciate.
alienazione.
sociale ontologica psicologica gnoseologica
.totale.
straniamento dato dai miei libri salva vita, dalle telecamere che livellano ogni differenza, ogni umanità, ogni problema:
basta cambiare prospettiva, e i tuoi problemi sembrano subito così piccoli e stupidi.
ma continuo a non capire.

perchè?
perchè??
perchè???

e se non capisco, non riesco ad accettare
(molto fisica sociale, se volete - comprendi colloca argina)
va oltre il caso particolare,
oltre questo istante,
oltre oltre oltre
tutto è legato, impregnato di voluntas,
corrispondenze spiazzanti che ti riportano indietro nel tempo - e quello che cambia non è che fenomeno, velo di maya.

(forse è egocentrismo.
cosa ti fa credere che sia tutto fatto per te?)

poi, tutto cambia.
e sparisce.
tutto
tutto, tranne i colori, la musica, e lui.

"...soggetto puro di conoscenza, ed un limpido specchio del mondo: nulla può angustiarlo e commuoverlo; avendo spezzato ciascuno dei mille fili che ci tengono attaccati alla terra: il desiderio, il timore, l'invidia, la collera, e simili passioni, che ci sconvolgono e dilaniano atrocemente."

lunedì 19 aprile 2010

logico, no?

se vuoi cancellare il ricordo di una figuraccia, raccontala a tutti - è il modo più veloce per buttarlo fuori dalla tua testa.


(e se ti senti vuota, mangia.)

domenica 11 aprile 2010

black sea

one clear night while the others slept, I climbed
the stairs to the roof of the house and under a sky
strewn with stars I gazed at the sea, at the spread of it,
the rolling crests of it raked by the wind, becoming
like bits of lace tossed in the air. I stood in the long,
whispering night, waiting for something, a sign, the approach
of a distant light, and I imagined you coming closer,
the dark waves of your hair mingling with the sea,
and the dark became desire, and desire the arriving light.
the nearness, the momentary warmth of you as I stood
on that lonely height watching the slow swell of the sea
break on the shore and turn briefly into glass and disappear...
why did I believe you would come of nowhere? why with all
that the world offers would you come only because I was here?

mark strand
[man and camel]

venerdì 9 aprile 2010

eskerrik asko

vedi,
non sono brava ad andare da qualcuno,
abbracciarlo,
dargli un bacio
e confessargli che gli voglio bene.

"grazie"
è più facile da dire.

giovedì 8 aprile 2010

...se ti tagliassero a pezzetti...

faber, faber...
ma se mi tagliassero a pezzetti, il vento li raccoglierebbe?

[forse, però, la morale di questa favola è proprio che conviene evitare di farsi tagliare a pezzetti, piuttosto che aspettare che il vento si degni di raccoglierli.]

"ed è proprio la sua qualità di intellettuale, con l'eccesso del pensiero, il continuo osservarsi e studiarsi, a raggelare i suoi sentimenti, a bloccarne l'azione, ad isolarlo dalla vita che scorre fuori e lontano, irraggiungibile."
essere un topos della letteratura decadente ti autorizza a crogiolarti in un titanico vittimismo
- sola anima pura tagliata smembrata perseguitata da un mondo crudele.

martedì 6 aprile 2010

4 - bilbao (tempo)

spirali.
viaggio all'interno della mia mente,
avanti e indietro in tempi vissuti e sognati e cambiati e reinterpretati
passo e angoscia, passo e speranza, passo e meraviglia.

viaggio spiritualromantico,
non ho mai pregato così tanto,
e in modo così illogico.
ho pregato tutto,
da Dio all'Oceano
(di cui ora mi farò sacerdotessa).
e chissà se è vero che accetta le preghiere di tutti.

et cette fichue fissation pour les dates.
pour le temps.
pour le Jadis
- che in questa lingua non esiste.
forse, se non tenessi il conto dei giorni, sarebbe più facile godersi il sole.
forse, se non sapessi che oggi è oggi, potrei pensare ad altro.
ma forse mi piace stupirmi ogni momento di come tutto cambi, e il tempo voli e resti fermo.

sabato 3 aprile 2010

3 - donostia (tartaruga)

non ha occhi, l'isola tartaruga.
ma so che mi sta guardando.
mi metto comoda, al centro del sole disegnato sulla spiaggia deserta (quella spiaggia che tra un po' sparisce, inghiottita dall'oceano), a fianco dell'impassibile cercatore d'oro che non mi degna di uno sguardo.
lei, invece, mi fissa. aspetta che le racconti.
ed io racconto.
racconto a modo mio, smontando e rimontando,
hegelianamente intellettualoide,
senza una logica e senza un'ordine,
milioni di pixel alienati e alienanti,
emozioni decontestualizzate,
interrogativi angoscianti e alogici, forse.
lei non si scompone, ascolta.
non fa domande, ascolta e sa.
capisce, mette in ordine e fila la trama di una storia mai vissuta e sempre sperata, la trama di un sogno limato, studiato - ora pronto per essere letto e mandato nel mondo.

2 - donostia (oceano)

se il mare è il femminino, la morte, l'oblio,
l'oceano è vita e forza.
non è blu... grigio, bianco, verde, apoteosi di urla divine - ma è dal blu che nasce, vomitato da quello stesso cielo contro cui si impenna, schiantandosi in brandelli di rabbia.
sono blu le sue viscere, nascoste... nasce dall'oblio cercato in tutti i mari, gli istanti perduti si raccolgono qui, e da qui, infrangendosi in milioni di spruzzi, si mescolano alla pioggia, all'aria, impregnano la terra e il tempo, e tornano alla vita.

[attrazione pura]
dolore sommerso e sublimato, dolce,
ombra negli occhi di una risata ribelle.
forse è questo che cerco.

1 - barcelona

è l'aria di qua, che fa bene.
arriva ovunque, anche dentro l'aeroporto, oltre le barriere, le reti, i muri.
aria di vita, frizzante, pulita - immagino che lo smog l'abbiano anche loro, ma è tutto un po' diverso, le cose hanno contorni più netti, come se tutte le mie Io mettessero a fuoco la stessa cosa.
dà vita, questa città.

the cruellest month

april is the cruellest month, breeding
lilacs out of the dread land, mixing
memory and desire, stirring
dull roots with spring rain.
winter kept us warm, covering
earth in forgetful snow, feeding
a little life with dried tubers.

t. s. eliot