lunedì 28 marzo 2011

un'orrenda diarrea mentale [cit.]

"le biblioteche dove i monaci studiano risuonano come alveari di api ronzanti"
meraviglioso medioevo col suo horror vacui.
il silenzio non esiste: ogni buco è riempito dall'eco confusa di una parola detta a mezza voce: parole confuse, surreali, che ognuno assapora tra sè e sè. all'osservatore passeggero non possono comunicare nulla, sono parole che appartengono alla voce che le pronuncia, che si chiudono intorno al loro padrone e lo proteggono, lo isolano dal mondo molto meglio di qualunque silenzio. quello che si legge prende vita: scripta manent, ma sono solo le parole dette ad alta voce che diventano vere.

se tutti pronunciassimo sempre ogni pensiero che ci passa per la testa,
o quantomeno tutte le volte che si tratta di un pensiero che nasce già inquadrato e filtrato dal linguaggio, e quindi legato a questo più che ad altri mondi,
riusciremmo davvero a mantenere i segreti, riusciremmo davvero a stare soli.

poi, a un certo punto, qualcuno tace.
una falla nella stiva, un anello mancante nella catena. si crea un varco, il silenzio inizia ad infiltrarsi pian piano, inesorabile.
e in questo silenzio risuona una canzone, La Canzone, rubata per caso per strada.

(capisco? no. neanche quel che penso io. figuriamoci poi i pensieri in altre lingue. è solo che è tutto così strano, così diverso. sono irrimediabilmente gelosa, forse.)

domenica 13 marzo 2011

cloro

il brutto della piscina è che prima o poi ti tocca sempre uscire dall'acqua.
e poi ti bruciano gli occhi anche prima di piangere.