mercoledì 7 luglio 2010

chiacchiere surreali

difetti di comunicazione.
io non sapevo ma non è possibile ma tutti sì ma non credevo se io avessi saputo
e ora?
ora...
e abbiamo bevuto,
e tu mi guardi strano
(e due. evidentemente l'idea che esprima amore è inconcepibile)
e cosa pensavi di fare?
pensare? ma ti sembra che io pensi prima di parlare? o di scrivere?
non sei tu.
lo so, sono scelte. è la situazione. è che ho paura.
non hai capito niente. niente. sono tue paranoie
io
io
io

parole che si ammassano, aggrovigliano, sono solide, ti viene voglia di toccarle, coccolarle, modellarle, hanno un po' la consistenza del pongo, un po' unte, corpose, pesanti, un po' come quando hai riempito tutti i buchini del braccialetto d'oro di pongo verde,
ecco,
sono un po' come un braccialetto da bimba d'oro pieno di pongo verde.
e guardi le parole da quando nascono, e le segui, e le assapori, e forse non le capisci, e intanto ti chiedi se dovresti fare qualcosa, oltre a sorridere annuire guardare in basso incrociare le braccia guardare strano immaginare come sarebbe se
ed è tutto così assurdo.
stupida.

la-ragazza-di-cui-si-parla-alla-mamma.

martedì 6 luglio 2010

le passanti

Io dedico questa canzone
ad ogni donna pensata come amore
in un attimo di libertà
a quella conosciuta appena
non c'era tempo e valeva la pena
di perderci un secolo in più.

A quella quasi da immaginare
tanto di fretta l'hai vista passare
dal balcone a un segreto più in là
e ti piace ricordarne il sorriso
che non ti ha fatto e che tu le hai deciso
in un vuoto di felicità.

Alla compagna di viaggio
i suoi occhi il più bel paesaggio
fan sembrare più corto il cammino
e magari sei l'unico a capirla
e la fai scendere senza seguirla
senza averle sfiorato la mano.

A quelle che sono già prese
e che vivendo delle ore deluse
con un uomo ormai troppo cambiato
ti hanno lasciato, inutile pazzia,
vedere il fondo della malinconia
di un avvenire disperato.

Immagini care per qualche istante
sarete presto una folla distante
scavalcate da un ricordo più vicino
per poco che la felicità ritorni
è molto raro che ci si ricordi
degli episodi del cammino.

Ma se la vita smette di aiutarti
è più difficile dimenticarti
di quelle felicità intraviste
dei baci che non si è osato dare
delle occasioni lasciate ad aspettare
degli occhi mai più rivisti.

Allora nei momenti di solitudine
quando il rimpianto diventa abitudine,
una maniera di viversi insieme,
si piangono le labbra assenti
di tutte le belle passanti
che non siamo riusciti a trattenere.

(e gira gira, si torna sempre a fissare una stupida icona)