lunedì 2 agosto 2010

senza-legge

passo, passo, passo
ostinazione da mulo, forse.
piano, piano, per andare d'accordo con quell'ammasso di ossa e carne che quest'anno non vuole fare il suo dovere e si rifiuta di correre su, in alto.
va bene lo stesso, in fondo - andiamo piano, piano, ma andiamo.
un passo dopo l'altro, sempre più in alto, e ad ogni passo lasci cadere un pensiero, a segnare la strada del ritorno.
e finalmente trovi il ritmo giusto,
quello che ti permette di pensare a passo di danza, di accordare ogni parola ad un movimento, che ti permette di andare avanti all'infinito e intanto raccontarti storie, creare mondi, riscrivere quello che è stato.
e il bello è che ci credi.
finchè continui a camminare, sei talmente concentrato da credere a tutto, anche le storie che ti racconti da sola.
e allora fuggi, fuggi, e le immagini diventano nitide, e le storie armoniose, lineari, logiche, necessarie. tutto deve essere andato così come stai pensando, per forza.

e all'improvviso... all'improvviso guardi avanti,
e c'è il nulla
- o tutto, ormai non ha più senso distinguerli.
è Gioia,
amore per tutto, la vita, il mondo.

il problema è quando torni giù,
e guardando in alto ti accorgi che non eri tu, a dominare il mondo, ma il mondo che ti ha relegata in esilio su una cima perduta;
e capisci che le storie erano storie, e quella volta, invece di rispondere, hai riso e abbassato gli occhi, e dietro l'angolo non ci sarà nessuno;
e quando leggi nei suoi occhi che si voltano
che in fondo
fai un po' ridere.

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