sabato 18 settembre 2010

rosa rosa

forse non è il libro giusto.
no, forse no.
ma metterlo giù per scrivere non è stato facile, è ipnotico, devi andare avanti, per forza, sempre più veloce, saltando brandelli di frase, tanto sai quello che sta dicendo, tanto poi tornerai a guardarlo bene, intanto devo leggere, leggere tutto, spiritata, finchè non finisce, finchè non ti lascia spossata a guardare una pagina bianca.

e ti costringe a pensarci, e a ripensarci, e quella sottile angoscia di sottofondo esce allo scoperto e ti attanaglia lo stomaco.
e uno, e due. e tra un attimo, quasi defilato, senza far rumore, il terzo.
così, nel nulla, senza troppe cerimonie, di corsa. e intanto non cambia niente, intorno è sempre la stessa storia. c'è sempre la stessa signora nello stesso letto, e lo stesso ignoto e ancestrale rito del cibo. gli stessi piccoli gesti, su cui ruota l'economia di vite che non sanno, non vedono non si accorgono del buco che hai dentro, non sentono ticchettare l'orologio, non vedono quello che sta per succedere, che è accaduto, e che ora è già quasi normale.

forget what people say: i'll stick to what my heart cries.
(e forse è davvero meglio se ora cambio suoneria)

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